martedì 26 aprile 2011

In rassegna la pasqua catanzarese

Servizio giornalistico a cura di Elvia Gregorace

I riti della Pasqua di Resurrezione, pur seguendo gli stessi canoni, non sempre si svolgono nella stessa maniera e rappresentano così tradizioni e storia delle varie comunità. A Catanzaro i preparativi, in passato, avevano inizio il mezzogiorno del venerdì santo, quando tutti accorrevano a vedere la statua dell’Addolorata dal viso pallido e triste che dalla Basilica dell’Immacolata veniva portata a spalle a piazza Mercanti per poi rientrare in chiesa. Il pomeriggio si svolge la lavanda dei piedi ed a ogni povero che, durante la funzione religiosa, ha rappresentato uno degli apostoli, viene offerta una tòrtina (ciambella di pane bianco con decori a zig-zag). Si visitano in numero dispari i sepolcri e per devozione si offrono a Cristo ciotole di coccio piene di terra nelle quali sono germogliati chicchi di grano. Il venerdì santo è suggestiva la processione della Naca, la culla di Gesù morto che coinvolge tutta la cittadinanza ed anche quei catanzaresi che vivono altrove e giungono per l’occasione. Partecipano alla sfilata le congreghe delle 4 chiese più antiche; Il Carmine, il Rosario, San Giovanni e l’Immacolata con i propri colori del vestiario: nero, rosso, viola, celeste. Le statue e le Croci una volta venivano messe all’incanto e significavano redenzione, riabilitazione sociale per coloro i quali avevano scontato nello storico carcere di San Giovanni una pena di solito per furto o rissa. La domenica è un trionfo di solennità religiose. Anche le tradizioni culinarie sono interessanti, protagoniste le cuzzupe,dolci dalle forme simboliche del pane bizantino: mani incrociate per i papà, cuori per le mamme, panieri per le bambine, galletti per i bambini e pesci e ciambelle per gli altri. Si decorano con uova, al fidanzato con sette, così si “assetta”, stabilendosi nella famiglia di lei ed alla futura suocera con nove, così si “rinnova”, ringiovanisce. Le pietanze tipiche sono la pasta piena, la “tiana” di agnello, carciofi, patate e piselli, le uova sode con il salame, la frittata di Pasquetta con cicoli, ricotta fresca e salsiccia ed ancora le nipitelle di mostarda d’uva. Pasqua è la festa della misericordia e del perdono ed il popolo catanzarese, dall’indole pacifica, la vive intensamente.

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